Il biossido di titanio è utilizzato come pigmento bianco in vari prodotti, come pitture, medicinali, alimenti e giocattoli.
Nel 2016, la Francia aveva proposto all’ECHA di classificarlo come cancerogeno per inalazione. Successivamente, il comitato RAC dell’ECHA aveva adottato un parere a favore di tale classificazione, portando la Commissione europea ad adottare un regolamento nel 2019 che classificava ed etichettava la sostanza come sospettata di essere cancerogena per l’uomo, per inalazione, in forma di polvere contenente l’1% o più di particelle con diametro inferiore o uguale a 10 μm.
Tuttavia, diversi produttori, importatori, utilizzatori a valle e fornitori di biossido di titanio hanno contestato questa classificazione ed etichettatura dinanzi al Tribunale dell’Unione europea. Con la sentenza del 23 novembre 2022, il Tribunale ha annullato la classificazione e l’etichettatura contestate, rilevando che la Commissione aveva commesso un errore nella valutazione dell’accettabilità e dell’affidabilità di uno studio scientifico su cui si basava la classificazione.
La Francia e la Commissione hanno presentato ricorso contro la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte di giustizia.
La Corte di giustizia ha respinto tali ricorsi, confermando la sentenza del Tribunale e, di conseguenza, l’annullamento della classificazione controversa del biossido di titanio come cancerogeno. La Corte ha ritenuto che, sebbene il Tribunale avesse ecceduto i limiti del suo controllo giurisdizionale, l’annullamento della classificazione e dell’etichettatura controverse fosse comunque giustificato. Il Tribunale aveva infatti correttamente dichiarato che il RAC non aveva tenuto conto di tutti gli elementi pertinenti per la valutazione dello studio scientifico in questione.

