Microclima

Nel D.Lgs. 81/08, il microclima compare fra gli agenti fisici per i quali occorre predisporre una valutazione del rischio. In particolare, riprendendo un concetto già presente nel D.Lgs. 626/94, l’allegato IV al punto 1.9.2 specifica che il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire condizioni microclimatiche adeguate all’attività che si sta svolgendo.

La condizione di COMFORT TERMICO, detta anche di benessere termoigrometrico, può essere definita, dal punto di vista psicologico, come lo stato psicofisico in cui il soggetto esprime soddisfazione nei riguardi dell’ambiente termico, oppure, dal punto di vista termosensoriale, come la condizione in cui il soggetto non ha né sensazione di caldo né sensazione di freddo, cioè una condizione termoigrometrica neutra. Perché si possa essere in condizioni di benessere è certamente necessario che il bilancio termico sia nullo, cioè non ci sia accumulo di energia nel corpo umano; l’assenza di intervento del sistema di termoregolazione è invece necessaria solo nel caso in cui il soggetto non svolga nessuna attività perché, in caso contrario, anche in condizione di benessere si innescano i meccanismi vasomotori e della sudorazione. Se invece entrano in funzione i meccanismi di termoregolazione per mantenere l’equilibrio termico del corpo anche in assenza di attività, allora si parla di “stress termico”.

Per la valutazione dell’ambiente termico in cui l’uomo si trova ad operare e quindi per analizzare lo stato termico del corpo umano occorre valutare quattro parametri fisici dell’ambiente:

  • temperatura dell’aria
  • velocità dell’aria
  • grado igrometrico o umidità relativa
  • temperatura media radiante

e due grandezze “personali”:

  • l’attività che l’uomo compie, ovvero l’energia metabolica
  • e la resistenza termica dell’abbigliamento.

L’insieme di queste sei variabili viene generalmente chiamato AMBIENTE TERMICO.

Gli ambienti termici sono suddivisi in:

  • ambienti termici moderati
  • ambienti termici severi freddi
  • ambienti termici severi caldi

intendendo per termicamente moderati quegli ambienti nei quali l’obiettivo è il raggiungimento del comfort termico e per ambienti termicamente severi quelli nei quali l’obiettivo non è certamente il comfort ma la sicurezza, nei quali cioè è scontato che non si raggiungano le condizioni di benessere termoigrometrico e bisogna invece preoccuparsi dei rischi che corre l’individuo.
 

Per la verifica del benessere termico in ambiente termico moderato, la valutazione viene condotta calcolando gli indici di comfort PMV e PPD (Norma UNI EN ISO 7730:2006).

Per la valutazione dello stress termico in ambiente severo freddo, la valutazione viene condotta calcolando gli indici IREQ (Isolamento richiesto dagli indumenti) e Wind-Chill (Norma UNI EN ISO 11079:2008).

Per la valutazione dello stress termico da calore, la valutazione viene condotta calcolando l’indice WBGT (Norma UNI EN ISO 7243:2017) oppure l’indice PHS (Norma UNI EN ISO 7933 :2005), che consente di individuare le giuste pause per i lavoratori.

A valle della valutazione di microclima dovranno essere individuate e applicate dal datore di lavoro le misure di prevenzione e protezione finalizzate alla riduzione del rischio.

Per la prevenzione dei rischi durante le ONDATE DI CALORE tipiche e sempre più frequenti nei periodi estivi, si rimanda alla nostra news TEMPERATURE ELEVATE.